Metamorfosi gusto frutta, giocare con le virgole (e non solo), vedersi a Pinerolo
Quanto bene mi fa lo studio nuovo, quanto bene ti può fare un'esercitazione sulla punteggiatura e, se sei dalle parti di Pinerolo (TO), passa a salutarmi sabato 8 marzo
Ho una bella novità da raccontare ma prima ti aggiorno sulla vita nel nuovo studio: è più nuova di quanto mi aspettassi.
Senza essermi messa d’accordo con me stessa, ho iniziato istintivamente a cambiare molte delle mie peggiori abitudini.
C’è meno pigrizia nelle mie giornate, ho riattivato una vita sociale, sono tornata al cinema, seguo la dieta, riesco a non andare (troppo spesso) da Zuccotti, non indulgo nello smart working in pantofole, non faccio più orari da stacanovista, cucino più spesso e - qui attacchino i trombettieri - mangio frutta e insalata ogni giorno.
Io. Io che le ho sempre evitate perché una mi annoiava e l’altra gné.
Certo, sono diventata dipendente da clementine e mele Kissabel, che hanno una stagionalità lunga come la presenza di un cioccolatino in casa mia, quindi io e i miei amici siamo già con il fiato sospeso in attesa di scoprire se smetterò di mangiare frutta a breve o se troverò un altro frutto con cui ossessionarmi, ma EHI: “Ciao a tutti, mi chiamo Barbara e non mangio frutta da venti minuti”.
Tutta ‘sta pappardella per dirti che l’esperimento del nuovo studio si sta rivelando più vincente di quanto sperassi. Esco di casa, faccio più cose di prima, vedo più gente di prima, mangio sano (più di prima è pleonastico, bastava una centrifuga per migliorare, nasco randagia da frigo) e nel personalizzare questa stanza, anziché tuffarmi compulsivamente in un tutto e subito, sto aggiungendo un pezzo alla volta, quando ne sono convinta. Con pazienza (altra grande novità).
Qualcuno sostiene che dovrei surfare sull’onda del cambiamento aggiungendo una pianta e un’iscrizione in palestra, ma c’è un limite a tutto.
Nota curiosa: mi sono accorta che la maggior parte di ciò che ho scelto di appendere al muro mi rimanda a prima del 1998. Ho alcune idee su quale potrebbe essere il motivo di questo istinto, e lo assecondo.
Dopo la scorsa newsletter mi hanno scritto in molti (è stato bello ricevere tutti quei pensieri, grazie), e tanti mi hanno detto di aver trovato ispirazione dalla mia “pazzia uso ufficio”.
Se sei tra quelli: ce l’hai fatta? Cosa hai cambiato? Qual è stata la tua piccola o grande rivoluzione?
Dal mio senno del poi di neanche due mesi ti assicuro che è un’ottima idea.
Nel frattempo, nel GSSP siamo già a metà laboratorio: domani assegnerò la settima esercitazione.
È un bel gruppo, mi piace molto lavorare con loro, sono attivi, partecipi, si aiutano, fanno domande con quella sana voglia di saperne di più e trovano anche il tempo di cazzeggiare nella zona ricreazione, in pieno spirito Pigro.
Dopo l’esercitazione con le fotografie, gli Scrittori Pigri hanno lavorato su un fatto di cronaca, hanno cambiato il passato con un esprit de l’escalier finalmente utile, si sono corretti a vicenda evidenziando anche gli aggettivi e gli avverbi in -mente (di quanti potremmo fare a meno, vero?), hanno scritto senza freni e si sono autoeditati senza pietà.
Senza sapere che questa settimana passerà Alice Basso a segnalare tutto ciò che a loro è sfuggito nei testi che hanno ritenuto così perfetti da poter andare ipoteticamente in stampa.
Prevedo che i dolori del giovane esordiente saranno il sottofondo del forum, nei prossimi giorni.
Nell’aiutarsi a vicenda, i Pigri hanno sollevato il tappeto della punteggiatura imbarazzando una moltitudine di virgole, mettendone alcune dove non dovevano essere messe e sgridandone altre che erano buone buone nel posto giusto. Con sopraccigli in inarcata perplessità, fissavano quei poveri segni di interpunzione senza avere la certezza di come trattarli.
È un problema comune, e spesso è una questione più di sfumature che di veri e propri errori.
Se anche tu senti il bisogno di allenarti con la punteggiatura, c’è un’esercitazione divertente che non assegnerò nel laboratorio in corso (se i Pigri leggono la NL, possono farla anche loro senza paura di anticipare il programma).
In rete si trovano vari esempi di come la punteggiatura possa salvare vite o evitare offese.
Sono vivo e vegeto.
Sono vivo. E vegeto.
Ti faccio una domanda stupida.
Ti faccio una domanda, stupida.
Cosa metti nel panino, salame?
Cosa metti nel panino, salame!
Mentre le macchine passavano, sopra il bambino c’era una nuvola.
Mentre le macchine passavano sopra il bambino, c’era una nuvola.
Si prega di chiudere la porta senza sbattere. L’amministratore.
Si prega di chiudere la porta senza sbattere l’amministratore.
Ecco l’esercitazione che ti propongo:
SPOSTAMENTI D’AUTORE
Inventa una frase di minimo 100, massimo 200 battute spazi inclusi, con almeno una reggente e una subordinata.
Variala in una decina di modi diversi. Le frasi devono tutte avere un senso compiuto.
Non puoi aggiungere o togliere nessuna parola della frase originale, puoi solo modificare la loro posizione e la punteggiatura. Quindi le parole restano identiche (per esempio, non si può trasformare un apostrofo in apostrofò, né un l’ in un lo se in origine l’ stava per la).
Per ogni variazione, specifica la differenza di significato o di sfumatura seppur leggera che la frase acquista grazie alla punteggiatura e alla posizione delle parole.
Ovviamente stiamo parlando di una frase e non del contesto nel quale può essere inserita.
Ecco un esempio:
1. Ambrogio sembrava un mostro ricoperto di fango: camminava lentissimo lasciando una striscia scura dietro di sé.
Ambrogio aveva l’aspetto di un mostro coperto di fango e nel camminare lentamente lasciava effettivamente una scia di… qualcosa.2. Ambrogio sembrava un mostro: ricoperto di fango, camminava lentissimo lasciando una striscia scura dietro di sé.
In questo caso sappiamo che Ambrogio è certamente coperto di fango e che la scia che lascia è probabilmente anch’essa di fango.3. Lentissimo, camminava ricoperto di fango lasciando una striscia scura dietro di sé. Ambrogio sembrava un mostro.
Prima di tutto quell’essere camminava davvero lentamente e per giunta era ricoperto di fango. Queste cose, unite alla scia sospetta che si lasciava dietro, facevano sembrare Ambrogio un mostro.4. Sembrava un mostro lentissimo, Ambrogio. Ricoperto di fango, camminava lasciando una striscia scura dietro di sé.
Ambrogio appariva come un mostro molto lento. Era ricoperto di fango, non ancora essiccato perché lasciava delle tracce.5. Ambrogio, ricoperto, sembrava un mostro: camminava lentissimo, lasciando una striscia scura di fango dietro di sé.
Dopo essere stato coperto (non si sa bene con cosa), Ambrogio sembrava a tutti un mostro, anche perché camminava a rilento e seminando fango ad ogni passo.6. Un mostro ricoperto di fango camminava lentissimo, lasciando dietro di sé una striscia scura. Sembrava Ambrogio.
Conosco un certo Ambrogio che è talmente brutto che somiglia a quel mostro coperto di fango laggiù.7. Ambrogio camminava lasciando dietro di sé una striscia scura. Sembrava lentissimo, un mostro ricoperto di fango.
Qualsiasi cosa avesse fatto Ambrogio, stava sgocciolando. Inoltre, il suo aspetto non ne aveva guadagnato e a una prima occhiata nemmeno la sua agilità.8. Ricoperto di fango sembrava un mostro, Ambrogio. Camminava lentissimo, lasciando dietro di sé una striscia scura.
Ah, quell’Ambrogio! Il trucco per la recita de “La creatura della palude” era perfetto, e lui recitava benissimo!9. Ambrogio: “Un mostro ricoperto di fango!”
Sembrava lentissimo, camminava lasciando dietro di sé una striscia scura.
Ambrogio avvisa i suoi compagni d’avventura che ha appena avvistato un mostro ricoperto di fango. La creatura appare muoversi lentamente, lasciando a terra una traccia del suo passaggio.10. Sembrava un mostro: camminava lentissimo, lasciando Ambrogio dietro di sé ricoperto di una striscia scura (fango?).
Gregorio, il fratello di Ambrogio, aveva un aspetto orripilante e camminandogli di fronte lo sfiorò, lasciando una lunga macchia sulla polo immacolata di Ambrogio. Poteva essere fango, ma anche qualcosa di peggio.
Fammi sapere com’è andata!
Se abiti dalle parti di Pinerolo (TO), sabato 8 marzo, alle 17.30, sarò nel Salone delle Feste del Circolo Sociale di Pinerolo (TO), in via del Duomo 1, per un evento organizzato da Anlib.
Anlib (Anime Libere) è un’associazione di volontariato che aiuta donne in difficoltà.
Sabato 8 marzo sarà un momento di solidarietà, di incontro e di chiacchiere, risate, leggerezza. Perché anche quello è importante concedercelo.
Il mio compito sarà quello di tenere alto il buonumore e lo farò raccontando di principi, principesse e altre corbellerie.
Ad aiutarmi con il buonumore ci saranno anche tisane e i biscotti galeotti del carcere di Saluzzo.
L'ingresso è a offerta libera (ognuno come vuole e come può) a sostegno delle attività di Anlib.
Prenotatevi a info.anlib@gmail.com perché c'è una capienza massima da rispettare.
Volevo raccontarti una bella novità ma l’ho tirata troppo per le lunghe.
Facciamo così: ci ritroviamo qui a breve e ti dico tutto. Promesso.
Gioca con la punteggiatura e trova un modo di rivoluzionare la tua vita.
Barbara
Peccato, sarò a Pinerolo il weekend successivo al tuo. Ti avrei salutato volentieri. W le Kissabel, buone e croccanti. Buon lavoro, alla prossima:-)